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READING GROUP | LA FINE DEL MONDO

22 aprile, 13 maggio 2024

con Daniele Balicco

Dopo gli appuntamenti dedicati a Franco Fortini e bell hooks, il terzo reading group di IUNO si concentra sulla figura di Ernesto De Martino (1908-1965), prendendo in esame il suo capolavoro incompiuto La fine del mondo. Contributo all’analisi delle apocalissi culturali, a cui l’antropologo, storico delle religioni e filosofo italiano lavora a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta.
Il volume è un testo di antropologia comparata ed è un saggio straordinario, scritto in un clima culturale  dominato – proprio come oggi – dalla paura di un’apocalisse atomica.
De Martino indaga questa paura come sintomo di una traiettoria culturale di lungo periodo, all’interno della quale la cultura occidentale rivela tutta la sua fragilità simbolica. In questo volume, l’antropologo italiano prova a comprenderne il senso ricostruendo una storia dei rituali della fine del mondo (nella cultura classica, in antropologia, nella storia delle religioni), comparandola con alcune forme simboliche della vita moderna (romanzi, quadri, composizioni musicali, teorie critiche, movimenti politici, referti psichiatrici).
La tesi di fondo è che, già a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, la cultura occidentale ha iniziato a riprodurre, con intensità crescente, forme and tematiche sorprendentemente simili a quelle sperimentate, in altri tempi e in altre parti del mondo, dai rituali della fine del mondo. Con una differenza, però. La cultura occidentale sta esprimendo con forza la volontà di “perdere la presenza”, di sperimentare cioè la conoscenza degli abissi sensoriali ed emotivi che si aprono al di là dell’esperienza quotidiana, fino alla possibilità dell’autodistruzione, senza tuttavia possedere i rituali, le tecniche simboliche e soprattutto il controllo qualitativo del tempo con cui tanto la cultura classica quanto le culture non occidentali hanno sempre protetto, queste forme di conoscenza, dalla possibilità che si trasformassero, realmente, nella fine della vita, individuale e collettiva.

Alessandro Sarra, Untitled, 2021, olio su tela, 120 x 150 cm